La formazione della perla di Tahiti

A differenza delle perle fini, le perle coltivate generano un raccolto più abbondante. Coltivare le perle significa introdurre un elemento esterno all’interno dell’ostrica. Questo processo necessita la mano dell’uomo e permetterà all’ostrica di proteggersi, creando uno strato di madreperla intorno al corpo estraneo. La formazione della perla di Tahiti si forma in 5 punti:

1 – La risorsa

La perla di Tahiti è coltivata esclusivamente nelle lagune polinesiane, nell’ostrica con le labbra nere, chiamata anche Pinctada Margaritifera. Questo nome si riferisce sia il tesoro che la perla. E molto fragile e vive solo in alcune lagune dell’Oceano Pacifico. Questo mollusco ha la capacità di riprodursi facilmente in modo regolare, sopratutto durante le stagioni intermedie.

2 – La raccolta delle larve di madreperla

Nel periodo della deposizione delle ostriche, dei raccoglitori sono installati nella laguna per permettere ai gameti maschili e femminili di mescolarsi per dare vita alle larve di madreperla. Questi raccoglitori sono pezzi di plastica neri che permettono di catturare le larve di madreperla per aggrapparsi e crescere.
Quando le larve di madreperla sono raccolte, l’operazione di « detroquage » inizia. Ciò significa rimuovere le larve dai raccoglitori. Le larve di madreperla sono poi forate e sospese da un filo di nylon a corde chiamate mazzi che sopporteranno 10 a 20 ostriche. Questo filo permette di ricreare il legame che univa la larva di madreperla al suo raccoglitore.

3 – L’allevamento

L’allevamento delle ostriche Pinctada Margaritifera necessita una sorveglianza ottimale sia per la loro salute che per la loro protezione contro i predatori naturali.
Per favorire la crescita, una pulizia regolare e minuziosa è fondamentale. Da tre a quattro volte all’anno, le ostriche sono uscite dall’acqua per essere pulite accuratamente. Questo lavoro consiste nel rimuovere tutte le conchiglie, molluschi e alghe che vi si attaccano e che perturbano il buon sviluppo dell’ostrica.
Le ostriche possono essere innestate solo dopo tre anni.

4 – L’innesto

Per ottenere una perla di cultura di Tahiti, è necessario procedere alla fase del innesto. L’idea è fare una piccola incisione nella sacca perlifera per inserire un innesto e un nucleus.
  • innesto : pezzo di « manteau » prelevato da un’ostrica donatrice
  • nucleus : sfera ottenuta da un pezzo di conchiglia
Dopo l’operazione, è necessario un periodo di 45 giorni per sapere se c’è stato rigetto del nucleus oppure la morte dell’ostrica. Se invece il nucleus e l’innesto sono accettati dall’ostrica portatrice, l’ostrica produrrà per 24 mesi uno strato di madreperla per proteggersi. Per essere commercializzata, la madreperla deve avere uno spessore minimo di 0,8 mm.
Quando l’ostrica rigetta il nucleus, il Kkeshi si forma con il piccolo pezzo d’innesto. A differenza della perla, il Keshi non contiene un nucleo sferico.

5 – Il raccolto

Dopo due lunghi anni, i perlicoltori estraggono le ostriche portatrici dall’acqua e ricorrono ai « greffeurs » per raccogliere le perle.

Quando le ostriche sono pulite, il « greffeur » fa una seconda incisione per estrarre la perla o il Keshi (perla senza nucleo). Se l’ostrica madre è sana e che il « greffeur » giudica che la qualità delle perle raccolte è soddisfacente, l’ostrica à innestata di nuovo con un nucleus di stessa dimensione.

Una volta raccolte, le perle e i Keshis vengono risciacquati e messi in un tamburo per pulirli e farli brillare.

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